Il mio primo ricordo del tango risale agli anni dell'infanzia....Mio padre, pur impegnatissimo col lavoro, talvolta si concedeva il lusso di accendere lo stereo e di selezionare "milonga de mis amores" di Pedro Laurenz. A quel punto, irrefrenabile era il mio istinto di saltare tra le sue braccia, perché sapevo che quelle note avrebbero accompagnato la nostra magica e inarrestabile "danza inventata".Il Cd che selezionava proveniva da Buenos aires, città dove viveno "gli zii lontani", i fratelli di mio nonno, emigrati in Argentina dopo la guerra.Molto più tardi all'età di 10 anni la mia passione per la musica era sfociata nello studio del violino, prima privatamente, poi in conservatorio. Anno dopo anno, ho approfondito il repertorio classico dello strumento, ma senza che dal cuore sbiadisse mai il suono porteño che tanto mi aveva affascinato da piccola, tanto che talvolta, per diletto, mi rifugiavo tra le note di Gardel.A 17 anni, imbattutami casualmente in una maestra di tango ho cercato di apprendere da lei qualche rudimento per provare a ballarlo. Tuttavia, l'iniziale complessità del tango mi aveva scoraggiato: in poco tempo mi rassegnai ad esserne una semplice spettatrice.Una decina di anni dopo, qualcosa cambiò il mio modo di sentire e vivere questo ballo. In una scuola differente, si proponeva, invece di partire dallo studio delle figure, la ricerca di una sensazione nuova, denominata "connessione".Avevo finalmente scoperto il dare e il ricevere, l'ascoltare e l'esprimersi, la forza e la dolcezza, l'accusare e il consolare che é possibile avvertire nella parentesi che si crea tra i due corpi che si abbracciano, si incontrano e che, nell'improvvisare, si trasformano e rigenerano costantemente celebrando la vita.Un anno dopo mi trovavo a Buenos Aires, sulle tracce di quel pezzo di famiglia lontano prima, a perdermi poi nelle milonghe della ciudad, ricche di musica suonata sorprendemente dal vivo, a caccia di sensazioni e di spartiti della tradizione del tango.Ritornata in Italia, attraversata dalla pienezza che questo viaggio mi aveva lasciato, avevo capito che le mie due più grandi passioni, il tango e il violino, in quel luogo si erano definitivamente incontrate per sempre e non si sarebbero mai più potute separare.
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